Alexander Kojčve
Alexander Kojčve (Kozevnikov), (1902 – 1968), č considerato uno dei maggiori interpreti della lezione hegeliana. Nato a Mosca da una famiglia di commercianti, Kojčve č un bambino prodigio che parla correttamente quattro lingue: latino, francese, inglese e tedesco. A causa della Rivoluzione d'Ottobre, č costretto ad abbandonare la Russia per potere completare gli studi. Prima č in Polonia, dove finisce in carcere con l'accusa di comunismo, poi passa in Germania, dove studia con Karl Jaspers a Heidelberg. Si avvicina così alla scienza e alla teologia, completando la sua conoscenza enciclopedica. Studia altre tre lingue: tibetano, sanscritto e cinese.La fuga verso occidente si conclude a Parigi. Qui vive assieme alla moglie e frequenta l'amico Alexandre Koyre. Nel 1933 Koyre chiede a Kojčve di sostituirlo in un seminario sulla Fenomenologia dello Spirito di Hegel presso la prestigiosa École Pratique des Hautes Études. Gli incontri continuano con cadenza settimanale fino al 1939. In questa sede, mentre il mondo precipita nel baratro della Seconda guerra mondiale avanza la tesi della “fine della storia” secondo la quale:
“[...] succedono sempre nuovi avvenimenti, ma dopo Hegel e Napoleone non si č detto, non si può dire niente di nuovo.”
Secondo Kojčve, Hegel č stato l'ultimo grande maestro della modernitĂ . Egli ha individuato le leggi di sviluppo della coscienza secondo lo schema della dialettica servo-padrone. Con l'avvento dello Stato napoleonico si conclude l'epoca in cui il desiderio di riconoscimento si compie con la violenza, la forza e il sangue e inizia un'era dominata dall'integrazione e dal rispetto reciproci.
Nel secondo dopoguerra, diventato funzionario di stato e consulente del governo francese, Kojčve mette in pratica quanto aveva insegnato durante il seminario dieci anni prima. Non tornerĂ piů alla filosofia, anche se il distacco non sarĂ mai definitivo, dedicandosi alla saggistica fino all'anno della scomparsa avvenuta simbolicamente nel 1968.
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